icerbox Brennan Unmade by Unknown

autore:Unknown
Format: epub
pubblicato: 2019-03-15T16:00:00+00:00

13

Il tuo cuore segreto

La famiglia di Kami andò comunque all’appartamento sopra il Claire’s. Anche se la mamma era perduta, i bambini avevano bisogno di dormire.

Jon lasciò a loro il letto della moglie, e decise di dormire sul pavimento, insistendo che Kami si sistemasse sul divano del soggiorno. La casa aveva solo tre stanze, quattro contando il piccolo bagno. C’erano ricordi della mamma sparsi ovunque. Una spazzola con i suoi capelli sottili e lucenti impigliati tra le setole, un libro che aveva lasciato aperto e non avrebbe mai finito, uno specchio macchiato. Per tutta la notte Kami si aggirò per l’appartamento sfiorando ogni singolo oggetto nella speranza di trovarvi impresso il tocco della madre, ma ogni volta che ne prendeva uno tra le mani le sembrava privo di vita e significato. L’amore non era magia: non poteva trasformare le cose.

Quando si decise a stendersi sul divano, il cielo era di un grigio pallido, come un telo bianco macchiato irrimediabilmente. Si addormentò stringendo forte la chiave di Matthew Cooper.

Al risveglio, la prima cosa che catturò la sua attenzione fu la luce che si rifletteva sulla chiave, facendola sembrare una sorta di talismano. Non poteva concedersi di pensare a nient’altro. Aveva un mistero da risolvere, e quello le diede la forza di alzarsi.

Doveva andare in un posto, ma non voleva andarci da sola, così tirò il telefono fuori dalla tasca e chiamò la prima persona che le venne in mente.

«Ehi, Angie, ti va di venire con me al cimitero?»

«Assolutamente no,» rispose l’amica. «Ci vediamo tra dieci minuti.»

Si diedero appuntamento al Claire’s. Kami sgattaiolò giù dall’angusta scalinata il più silenziosamente possibile. Provò a non guardare la tranquilla caffetteria di cui sua madre andava così fiera, ma era impressa nella sua mente: le porte a vento che conducevano in cucina, i piccoli dipinti colorati, la parete bianca su cui la mamma aveva sempre voluto che suo padre dipingesse un murales, i tavolini rotondi con i piedi in ferro battuto.

Quando Angela aprì la porta e le allungò un vestito e un reggiseno, l’ampia vetrina del Claire’s divenne improvvisamente un problema.

«Credo che questo possa andare,» disse l’amica. «E qui c’è il mio reggiseno sportivo. Ovviamente non ho mai fatto sport, quindi è come nuovo.»

«Grazie! Tu sta’ di guardia, okay?»

«Certo,» rispose Angela. «Se dovesse passare qualcuno, sarò felice di dire: “Kami, ti stai cambiando i vestiti davanti a una gigantesca vetrina sulla strada principale della città, qualcuno ti vedrà nuda, e io mi farò una grassa risata.”»

«Il tuo supporto costante significa molto per me!» dichiarò lei, togliendosi il sopra del pigiama, che era quasi del tutto carbonizzato sulla schiena.

Venne fuori che il tessuto che Angela sfruttava in altezza si adattava alle forme più generose di Kami. Il vestito le andava: non aveva importanza che fosse semplice, nero e che lei lo trovasse pura noia confezionata su misura.

Quando lo ebbe indossato, Angie la guardò per qualche istante con aria perplessa.

Lei allargò le braccia con una smorfia. «Non sembro io, vero?»

«Tu sei sempre tu,» rispose l’amica, e la prese a braccetto come faceva sempre.

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